Philographics – La grafica filosofica
Le 95 tavole raccolte nel libro Philographics rappresentano in chiave minimal le più famose scuole di pensiero.
Un’idea di Genís Carreras, graphic designer di origini catalane che cavalcando il trend delle infografiche ha “tradotto” le dottrine filosofiche utilizzando forme geometriche e colori vividi, dandone una lettura inedita, facilmente fruibile e di forte impatto.
fonte immagine: studiocarreras.com
Chi non si è mai trovato in difficoltà nello studio delle complesse teorie sviluppate dai filosofi nel corso dei secoli?
Un mito, quello dell’inaccessibilità della filosofia, sfatato da Genís Carreras, giovanissimo creativo, che nel libro “ Philographics ” è riuscito a sintetizzare le dottrine in illustrazioni accompagnate da pochissime parole. Una raccolta di “ismi” divisi in sei macro categorie: Metafisica, Etica, Epistemologia, Politica, Religione e Altro, tra cui è possibile trovare atteggiamenti umani (come l’egoismo e l’ottimismo), pratiche sociali (capitalismo, socialismo) e movimenti culturali (naturalismo, simbolismo).
Quella di Genís è l’ennesima prova che il graphic design è estremamente efficace negli ambiti più disparati, anche con una materia di nicchia quale la filosofia. Allo stesso modo in cui un’infografica spiega in maniera schematica un concetto, le tavole di Philographic condensano le informazioni, traducendole dal complesso al semplice in maniera assolutamente inedita. Il risultato è un lavoro completo e cristallino, accessibile anche a chi non ha un particolare background culturale in materia, rendendo la filosofia più fruibile, parlando il linguaggio delle nuove generazioni.
fonte immagine: studiocarreras.com
Un’attitudine verso le nuove tecniche di comunicazione, che Genís ha manifestato anche in fase di finanziamento del progetto. Il volume Philographics, infatti, è stato inizialmente autoprodotto grazie a Kickstarter, piattaforma web che, con il suo crowdfunding, permette di raccogliere fondi per concretizzare i progetti considerati meritevoli. E la prima stampa è andata esaurita in brevissimo tempo, tanto che è già in corso la ristampa in diverse lingue.
Oltre che una notevole capacità di astrazione, Genís vanta anche un’ottima competenza tecnica nel campo della grafica: riportiamo una intervista per scoprire il processo creativo da cui nascono le sue idee.
fonte immagine: studiocarreras.com
Genís, qual è per te il significato della parola “grafica”?
Il mio obiettivo è creare qualcosa che sia allo stesso tempo bello e funzionale, che abbia una ragione di esistere nelle dinamiche di ogni giorno e che possa aiutare le persone a comprendere informazioni e concetti in un modo più accessibile, semplice e immediato possibile. Per me, quindi, il graphic design è una vera e propria “arte utile”, in quanto funge sia da espressione artistica elevata che da processo comunicativo.
Sei abilissimo a visualizzare i concetti e riprodurli in maniera sintetica: come procedi? Ti abbandoni al flusso creativo o sviluppi i progetti secondo uno schema prestabilito?
Quando ho avuto l’idea delle tavole di Philographics, ho svolto innanzitutto una ricerca in merito alle diverse teorie e correnti filosofiche. Una volta compresa ciascuna teoria ho provato a visualizzarne l’essenza, scarabocchiando su dei fogli di carta fino a che gli schizzi non acquisivano una soluzione sufficientemente elegante e sensata. Alcune teorie hanno necessitato di più di 20 differenti disegni mentre per altre ne è bastato uno solo, in quanto avevo già stabilito cosa sarei andato a rappresentare prima di prendere la matita in mano.
fonte immagine: studiocarreras.com
Affrontiamo l’argomento “colore”: di solito nei tuoi lavori utilizzi tinte piatte. Come le scegli? Inizi considerando un colore principale per poi procedere con quelli intonati o con i complementari?
Per me il colore costituisce il 50% del lavoro di design, è un elemento importante e ricco di significato, dunque spesso decido quali colori andrò a utilizzare ancora prima di cominciare. Talvolta prediligo il fatto che i colori siano in sintonia cromatica e utilizzo una palette analogica (come nel caso delle differenti sfumature di marrone che ho usato per il Determinismo); altre volte, invece, mi piace che i colori si “scontrino”, contrastino fortemente tra loro, come il rosso brillante sopra il verde che ho utilizzato per rappresentare lo Scetticismo. Questo allo scopo di rafforzare l’idea che sta dietro la teoria stessa.
Vuoi lasciarci con un tuo pensiero per i nostri lettori?
Nel mio “working process” un aspetto fondamentale è che nulla è lasciato al caso, anche se spesso i risultati che ottengo sono di una semplicità disarmante. Vorrei quindi salutare i vostri lettori con quello che è da sempre il mio motto: “La semplicità è la nuova intelligenza”.
Via: pixartprinting.it